EdoardoSalvestrini.com

Mostre

Mostre personali

1990
Venezuela, Caracas, Museo de Arte Contemporaneo.
1992
Mantova, Studio d'Arte il Sagittario.
1993
Mantova, Spazio Legno-Linea.
Milano, Libreria FMR.
1994
Milano, Microbrera Gallery.
1995
Milano, Libreria FMR.
Ravenna, Galleria Il Patio.
1996
Pontelagoscuro (Ferrara), Sala Comunale Orsatti.
1997
Viadana (Mantova), Galleria Comunale Bedoli.
Milano, Banca Nazionale del Lavoro.
1998
Mantova, Arianna Sartori Arte.
2005
Milano, Fondazione Humaniter.
2007
Mantova, Arianna Sartori Arte (Presentazione).
2010-2011
Mantova, Arianna Sartori Arte.
2012
Mantova, Studio d'Arte Claudio Ghisini, “Edoardo Salvestrini: Disegni di Portali di Case e Palazzi”.

Mostre collettive

1987
Francia, Saint-Paul-de-Vence, Galerie Imago.
1990
Venezuela, Caracas, Universidad Metropolitana, Sala de Rectorado.
1993
Suzzara (Mantova), XXXIII Premio Suzzara.
1994
Genova, Galleria Devoto.
1995
Genova, Galleria Devoto.
Mantova, Saletta Cavriani.
1997
Milano, Teatro dell'Arte, CRT, “Costellazioni”.
Ferrara, Sala Comunale Orsatti, “Per Fetonte, 22 metamorfosi a Pontelagoscuro”.
1998
Milano, Galleria Bolzani.
1999
Milano, Galleria Il Torchio.
2000
Milano, Libreria FMR.
2001-04
Milano, Galleria Bolzani.
2007
Mantova, Arianna Sartori Arte.
Bozzolo (Mantova), Rassegna Internazionale d’Arte – III Biennale d’Arte “Don Primo Mazzolari”.
2008
Soresina (Cremona), Sol Arte, Expo d’Arte Moderna e Contemporanea.
Milano, La Compagnia del Disegno.
2016
Castel d'Ario (Mantova), Casa Museo Sartori, 50 anni d'Arte in Lombardia.

Realtà e Memoria

Rossana Bossaglia.

Presentazione della mostra personale, Arianna Sartori Arte;

Mantova, febbraio 2007.

È difficile dare una definizione interpretativa che in sintesi ci restituisca la fisionomia di Salvestrini. Sembrerebbe ovvio citarlo come artista figurativo, perché anche dove ci appare orientato verso simbologie fantasiose i suoi soggetti sono vedute, soprattutto cittadine, svolte con puntiglio descrittivo; riconosciamo i luoghi, recepiamo l’emozione dei colori secondo l’ora del giorno.
Ma il timbro, tuttavia, è quello di una rievocazione, come se egli recuperasse l’immagine dalla memoria, non dal rapporto diretto. E non solo: egli la recupera con un’eccezionale finezza di particolari; cosicché, se da una parte il tipo di atmosfera ci orienta verso specifiche situazioni ambientali, dall’altra la minuzia rappresentativa ci spinge a identificarci con particolari dell’ambiente che senza il suo intervento ci sarebbero sfuggiti.
E non solo: gli spazi cittadini che egli raffigura sono tra i più noti: soprattutto piazze del centro, strutture architettoniche che conosciamo da tempo; eppure attraverso il suo puntiglio descrittivo, carico di emozioni, ci paiono come restituite alla memoria, cioè ambienti rievocati, non semplicemente raffigurati.

Si danno peraltro casi, nella sua ricca e sottile iconografia, di accostamenti temporali, come se gli interventi succedutisi nel tempo si affiancassero: ciò avviene appunto nella memoria, dove il presente si affianca al passato senza obliterarlo. Alcuni luoghi della città ormai divenuti storici anche per gli eventi che vi si sono succeduti – si pensi a piazza Fontana – ci si prospettano con assoluta precisione descrittiva, ma detengono il senso della lontananza storica.

Questo tema che potremmo definire “tema del ricordo” è vissuto poi come mitico, però come se il mito abitasse nel presente: gli argomenti che si definiscono propriamente mitologici, per esempio, affiancano le registrazioni descrittive, e sono tra l’altro rivissuti non secondo una ripresa storica delle loro rappresentazioni in età classica, ma attraverso i vari modi con cui sono stati interpretati. Si osservino per esempio le Muse danzanti, che hanno una matrice mitologica ma rivelano qui la suggestione settecentesca di Watteau.
D’altra parte il presente, inteso anche come realtà moderna, convive con il passato così come avviene nella vita delle città, dove l’edificio secolare è comunque realtà del presente, è attualità perché così lo sentiamo.

La Milano degli anni Settanta (si pensi alla fioritura di grattacieli che segue velocemente il periodo razional/novecentista dell’architettura) convive con il passato e il presente in una sorta di naturale dinamismo. È questo che Salvestrini sa cogliere splendidamente (ed emotivamente per noi): piazza S. Alessandro appare trasfigurata allo stesso modo in cui vediamo, nella rappresentazione di Salvestrini, piazza Missori: è la piazza che conosciamo direttamente ma insieme è come se fosse recuperata nei secoli; è la memoria.

©2007 Rossana Bossaglia

Critiche

Scritti e recensioni

Guido Almansi
recensione del volume “Manuale del Viaggiatore Interplanetario”; La Repubblica, Milano 2 marzo 1985.
Paola Artoni
La Voce di Mantova, 3 febbraio 2007.
Andrea Bondanini
“L’avanguardia del 2000: Edoardo Salvestrini”; presentazione della mostra personale, galleria Il Patio, Ravenna 1995.
“Un Mito: Fetonte”; presentazione della mostra personale, sala Nemesio Orsatti, Pontelagoscuro (Ferrara) 1996.
Rossana Bossaglia
Realtà e Memoria; presentazione della mostra personale, galleria Arianna Sartori, Mantova 2007.
“Realtà e Memoria”; Archivio, Mantova febbraio 2007.
Antonio Caggiano
“Edoardo Salvestrini”; Il Carlino, Ferrara 3 aprile 1996.
Tullio Casilli
“Edoardo Salvestrini, da Guardi a de Chirico in un mondo visionario”; La Voce di Mantova, 5 ottobre 2007.
La Cittadella
in Mostre e Spettacoli, Mantova 2 febbraio 2007.
Paola Cortese
“L’enigma del reale per Salvestrini”; La Gazzetta di Mantova, 25 settembre 1997.
La Cronaca
(Attualità) “Percorsi Artistici”, Mantova 2 febbraio 2007.
Claudio Fraccari
“Dipinti di Salvestrini tra presente e passato”; La Voce di Mantova, 11 settembre 1998.
Ernesto Gagliano
“Com’era bello andare nel sistema solare”; La Stampa, Torino 20 ottobre 1984.
La Gazzetta di Mantova
“Salvestrini”, 1 febbraio 2007
Werther Gorni
“Paesaggi urbani, ecco Salvestrini”; La Voce di Mantova, 11 marzo 1995.
“Edoardo Salvestrini riusa i valori dei veneti del ‘500”; La Voce di Mantova, 2 dicembre 1995.
Gianni Guadalupi
“L’esplorazione di Venere”; Corto Maltese n.11, 1984.
Benvenuto Guerra
“Edoardo Salvestrini”; Catalogo del XXXIII Premio Suzzara (Mantova), 1993.
Renzo Margonari
“Persistenza della Figurazione Fantastica”; catalogo, Rassegna Internazionale d’Arte città di Bozzolo (Mantova), III Biennale “Don Primo Mazzolari”, settembre/ottobre 2007.
Vittorio Montanari
“Continua alla Sartori la mostra di Edoardo Salvestrini”; La Voce di Mantova, 9 febbraio 2007.
El Mundo
“Un viajero interplanetario inaugura temporada del MACC”, Caracas (Venezuela) 6 jenero 1990.
El Nacional
“Un viaje a la fantasìa propone la Sala Cadafe”, Caracas (Venezuela) 7 jenero 1990.
Alessandro Righetti
“Misteri e segreti”; La Voce di Mantova, 23 settembre 1997.
Walter Schoenenberger
“Edoardo Salvestrini, Visioni Milanesi”; presentazione della mostra personale, Microbrera Gallery, Milano 1994.
“Profezie in immagini”; presentazione della mostra personale, galleria Il Patio, Ravenna 1995.
“Viaggio iniziatico attraverso la veduta immaginaria”; “Scritti sull’arte 1961-2000, I vestiti nuovi dell’Imperatore”, Gaspari editore, Udine 2003.
El Universal
“Un viajero interplanetario: ilustraciòn de una ficcion”, Caracas (Venezuela) 6 jenero 1990.
Noris Zuccoli
“Guardare e saper vedere”; “Quartiere S. Leonardo a Mantova”, Alinea editrice, 1994.
“Milano, paesaggi urbani fra incantesimo e realtà”; presentazione della mostra personale, Libreria FMR, Milano 1995.
“L’enigma della natura immobile”; Coevit n.2, Viadana (Mantova) 1997.
“Edoardo Salvestrini: I Davanzali”; Archivio, Mantova 1998.
“Edoardo Salvestrini: I Davanzali”; Civiltà Mantovana n.107, Mantova novembre 1998.
"Ritorno a Mantova"; testo di presentazione nel catalogo della mostra personale; Mantova, Arianna Sartori editore, 2010.

Nota Autobiografica

Edoardo Salvestrini con Annunciazione.

Padova

Sono nato a Padova nel 1947. In questa città, intorno ai sei anni, ho desiderato essere pittore.

Ricordo che disegnavo per ore quasi tutti i giorni, copiavo le illustrazioni di un’enciclopedia, che riproducevano a piena pagina opere dei grandi maestri del passato: Ghirlandaio, Tiziano, Salvator Rosa e Van Gogh. Anche facevo i ritratti a carboncino delle persone di famiglia, dei parenti o dei vicini di casa.

Nelle chiese di Padova ho scoperto la grandezza della pittura antica.

Mantova

A Mantova frequentai la prima e la terza media. Con meraviglia mi inoltravo per le strade tortuose che si aprivano su piazze antiche e misteriose, o finivano lungo il lago che circonda la città su tre lati; fui affascinato dall’architettura di Leon Battista Alberti, Giulio Romano e dalla pittura di Andrea Mantegna.

Ariccia

A dodici anni andai a vivere ad Ariccia (Roma), presso la nonna paterna e lo zio sacerdote, da poco nominato arciprete della collegiata di Santa Maria Assunta. Così ebbi la fortuna di abitare per un anno nella casa parrocchiale adiacente la chiesa che Gian Lorenzo Bernini aveva costruito tra il 1662 e il 1664. Un luogo straordinario, tempio del barocco romano: vi contemplavo i grandi angeli di stucco della cupola, l’affresco del Borgognone e le bellissime pale d’altare.

Milano

Nel 1961 raggiunsi la mia famiglia che si era stabilita a Milano. Frequentai i corsi di graphic-design della Società Umanitaria, con i professori Massimo Vignelli, Bob Noorda, Giancarlo Iliprandi, e Mario De Micheli per storia dell’arte. Per la pittura, presso l’Accademia di Brera, frequentai la Scuola degli Artefici (premiato due volte con medaglia d’argento 1965 e 1967) e il Libero Corso del Nudo.

In seguito come graphic-designer collaborai con importanti studi e società, tra i quali Olivetti, Franco Maria Ricci editore e Unimark International.

Negli anni ’80 mi dedicai all’illustrazione editoriale. Nel 1983, su incarico di Mimì Pavia Piovene realizzai il manifesto per il convegno letterario internazionale del PEN Club, tenutosi a Venezia, Isola di San Giorgio. Nel 1984 l’editore Rizzoli pubblicò il volume “Manuale del Viaggiatore Interplanetario” con il testo del mio amico Gianni Guadalupi. Per questa edizione realizzai 60 tavole a colori e 30 in bianco e nero. Nel 1990 le tempere originali furono esposte in una grande mostra al Museo de Arte Contemporaneo di Caracas (Venezuela).

Musica e Filosofia

Contemporaneamente a queste attività, studiai musica e canto lirico, dal 1970 alla Scuola di Formazione per Artisti del Coro del Teatro alla Scala. In seguito proseguii gli studi privatamente e iniziai a cantare in coro e come solista, in concerti e rappresentazioni teatrali collaborando con la Polifonica Ambrosiana, il Teatro alla Scala, il Civico Coro da Camera di Milano, il Gruppo di Musica Antica Adelchis.

Dal 1982 al 1993 frequentai con grande interesse i corsi e le conferenze di Baba Pyare Lal Bedi1 filosofo e scrittore indiano, che con i suoi metodi di auto-osservazione profonda apriva a una nuova ottica della creatività riguardo al canto, alla pittura e alla funzione dell’Arte nella società. Questa esperienza e la pratica delle mie attività mi condussero a creare due tecniche: Il Canto dell’Anima® per l’auto-espressione attraverso la voce, e Autoespressione Attraverso il Colore, che insegnai in corsi stabili e intensivi fino al 2016.

La Bella Materia

Dal 1986 ripresi a disegnare e dipingere con impegno e iniziai a esporre i miei lavori.

Lo studio e l’osservazione dei grandi maestri del passato mi avevano sempre appassionato, in quegli anni presero nuova energia anche per le mostre importanti che vidi a Venezia, Roma, Padova, Mantova e Milano: Tiziano, Rubens, Perin del Vaga, Giulio Romano, Francesco Guardi, Munch e Giorgio de Chirico.

Osservando da vicino la superficie di un quadro di Tiziano si può avere “la rivelazione della grande pittura” e Tiziano fu il primo che la iniziò, in seguito pochi altri maestri dettero importanza alla pittura come elemento primario al di là dell’immagine, del soggetto. Questa materia pittura è ben visibile in El Greco, Rembrandt, Watteau e Goya. Pittura materia-colore plasmata, espressiva che ascende alla spiritualità.

Le mie intuizioni e preferenze circa la bellezza della pittura, trovarono la conferma e nuovo nutrimento nello studio delle opere e degli scritti di Giorgio de Chirico2. Soprattutto considerando il periodo cosiddetto Romantico-Barocco nel quale egli realizza, dopo tanti anni di grande arte, il suo ideale di pittura tramite “la bella materia”.

I miei dipinti degli ultimi anni rappresentano vedute delle città nelle quali sono vissuto o vedute fantastiche. Le composizioni di frutta, che mi piace denominare Natura Immobile come le definiva Chardin, a volte le ambiento su davanzali con scorci di architetture. Altri soggetti sono rappresentazioni mitologiche nelle quali la deformazione e il movimento delle figure esprimono le energie primordiali, eterne. La pittura è sempre più libera, con le pennellate evidenti e la fusione è ottenuta per accostamenti, sovrapposizioni e velature a rinforzare riflessi, lumeggiature, intensità dei toni.

Ringrazio il prof. Paolo Bensi3 delle molte informazioni scientifiche che, nel tempo, mi ha fornito amichevolmente, circa la tecnica dei pittori veneti, dal cinquecento al settecento.


  1. Baba Pyare Lal Bedi^. Lahore, Punjab 1909 – Rivarolo Canavese (Torino) 1993. Scrittore, filosofo, mistico.
    • Guru Baba Nanak, il profeta della Luna Piena; Cremona 1972.
    • L’Uomo Totale; Milano 1977.
    • La Coscienza Occhio dell’Anima; Modena 1991.
  2. Giorgio de Chirico^.
    • Giorgio de Chirico e Isabella Far: Commedia dell’Arte Moderna; Roma 1945.
    • Giorgio de Chirico: “Il meccanismo del Pensiero”, a cura di Maurizio Fagiolo; Torino 1985.
    • Ebdomero; Genova 1990.
    • Memorie della mia Vita; Milano 1998.
    • Il Signor Dudron; Firenze 1999.
  3. Paolo Bensi^. Professore di Tecniche Pittoriche, Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova.
    • La Vita del Colore, tecniche della pittura veneta dal cinquecento al settecento; Genova 2002.
    • Un certo impasto di colori attivo, le lacche rosse nella tecnica di Fra’ Galgario.
    • Le tecniche pittoriche ne “L’Arte Maestra” di Francesco Lana Terzi.
    • La materia del colore nella pittura veneta del cinquecento, dagli atti della Prima Conferenza Nazionale del Gruppo del Colore; Pescara - Firenze, 2005.

Contatti

La recente attività pittorica di Edoardo Salvestrini, si centra particolarmente sul tema della veduta di città e su composizioni in cui l’architettura è protagonista in un’atmosfera onirica: “Capricci” e “Piazze Antiche”. Salvestrini dipinge anche ritratti su commissione

Per ulteriori informazioni potete scrivere a info at edoardosalvestrini dot com